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Aprile 2022

Potere di intervento Banca d’Italia su strumenti finanziari e valutazione del rischio.

Banca d’Italia ha pubblicato un documento sul tema del potere di intervento dell’Autorità su strumenti finanziari, depositi strutturati e attività/pratiche finanziarie collegate: quadro giuridico, analitico e metodologico.
L’art. 7-bis del TUF, recependo quanto previsto dal MiFIR, attribuisce alla Banca d’Italia il potere di vietare o limitare la commercializzazione, la distribuzione o la vendita di strumenti finanziari (cosiddetto “potere di intervento sui prodotti” - product intervention power) per preservare la stabilità del sistema finanziario nazionale.
Al fine dell’eventuale esercizio del potere di intervento, la Banca d’Italia svolge regolarmente analisi e valutazioni sui rischi per la stabilità finanziaria che possono derivare dagli strumenti finanziari in circolazione in Italia sulla base di uno specifico quadro giuridico, analitico e metodologico, che viene costantemente aggiornato e affinato.
Il potere di intervento attribuito alla Banca d’Italia persegue un obiettivo rispetto a quelli a cui sono volti i controlli in materia di trasparenza delle condizioni contrattuali e di correttezza degli intermediari nei rapporti con la clientela. Questi ultimi riguardano peraltro esclusivamente i prodotti e i servizi bancari e finanziari (come conti correnti, depositi, finanziamenti, servizi di pagamento) e non anche quelli aventi finalità di investimento, soggetti ai controlli della Consob.
Sulla base delle analisi e delle valutazioni più recenti, elaborate con dati fino al 31 dicembre 2021, le cartolarizzazioni, le autocartolarizzazioni, le obbligazioni subordinate additional tier 1 (AT1, note anche come contingent convertibles o CoCos) e i certificates sono le tipologie di strumenti finanziari maggiormente all’attenzione della Banca d’Italia ai fini del potere di intervento: le prime tre a seguito della crescita dei volumi negli anni scorsi, l’ultima per le ampie variazioni dei prezzi cui possono essere soggetti i relativi titoli. Per tutte le categorie di strumenti i rischi per la stabilità finanziaria che ne possono derivare sono al momento valutati come contenuti.
 

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