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Maggio 2010

Patrimonio di Vigilanza - Filtri prudenziali.

Tra le componenti patrimoniali rilevate nei bilanci degli intermediari bancari e finanziari, in base ai principi contabili internazionali e prese in considerazione ai fini del calcolo del patrimonio di vigilanza entro determinati limiti, vi sono le riserve da rivalutazione relative ai titoli di debito detenuti nel portafoglio "Attività finanziarie disponibili per la vendita (available for sale – AFS)".
In particolare il CEBS prevede due distinti trattamenti:
a) neutralizzare completamente sia le plus che le minus, come se i titoli fossero valutati al costo - questo approccio è stato adottato dai principali Paesi UE;
b) dedurre integralmente le minusvalenze dal patrimonio di base (Tier 1) e includere parzialmente le plusvalenze nel patrimonio supplementare (Tier 2), secondo un approccio “asimmetrico”.
Questo secondo metodo – adottato dalla normativa di vigilanza italiana – consente, tra l’altro, di scontare in modo progressivo il risultato di valutazioni negative, evitando così abbattimenti improvvisi (cliff effect) sempre che le riduzioni di valore non assumano il carattere di impairment.
Tuttavia, in un periodo dove la volatilità è cresciuta anche sui titoli di Stato, l'approccio "asimmetrico" ha determinato ingiustificate oscillazioni del patrimonio di vigilanza degli intermediari per effetto dell'andamento del corso dei titoli, non necessariamente dovute a reali variazioni del merito creditizio degli emittenti.
Pertanto, a partire dal 30 giugno 2010, agli intermediari è riconosciuta l'opzione di adottare il primo criterio di calcolo per la determinazione del patrimonio di vigilanza.

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