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Aprile 2018

IFRS9: Npl, la Bce alza la guardia sulle nuove maxi-rettifiche in FTA del nuovo principio contabile internazionale IFRS9 "Strumenti finanziari".

A quanto risulta a Il Sole 24 Ore, la Vigilanza europea, con una lettera riservata inviata nei giorni scorsi alle banche e alle società di revisione, avverte che sta esaminando i conti degli istituti significativi per capire se ci siano stati effetti «indesiderati» sul calcolo del Cet1 ratio causati da un «incorretto utilizzo dei fattori» utilizzati per il calcolo delle rettifiche.
Di fatto la BCE avanza l’ipotesi che le banche e i revisori possano non aver contabilizzato come dovuto le perdite su crediti avvenute in passato, e che invece abbiano preferito registrare le minusvalenze su crediti solo a inizio anno, nella prima trimestrale 2018. Così facendo gli istituti finanziari sfrutterebbero indebitamente la possibilità concessa dal regime transitorio introdotto dalla Crr di poter diluire l’extra svalutazione nei prossimi cinque anni, in maniera graduale, andando a erodere il capitale senza impattare sul conto economico.
Secondo la Vigilanza, le banche potrebbero aver effettuato «un’errata stima dello stock degli accantonamenti determinati in base allo IAS39 a fine 2017» oppure «nell’importo totale e nell’assegnazione degli accantonamenti nel quadro della FTA del nuovo principio contabile IFRS9.
Probabilmente dietro alla mossa della BCE c’è la volontà di cautelarsi rispetto ad eventuali contestazioni dei paesi del Nord Europa a fronte di un significativo utilizzo della FTA da parte delle banche degli altri paesi europei, magari in sede di stress test. Non mancano i timori, d’altra parte, che la BCE possa applicare nello scenario avverso degli stress test proprio gli stessi scenari di cessione probabilistica presentati dalle banche, con le relative pesanti svalutazioni one-off.
Quest’ipotesi rappresenterebbe un’incognita di non poco conto per gli istituti italiani che usano i modelli interni, con la conseguenza di renderebbe ingiustificatamente più rischioso l’intero portafoglio dei crediti. L’entrata in vigore dell’IFRS9 converge per gli istituti finanziari con l’obiettivo di massimizzare la pulizia del portafoglio, così da agevolare la dismissione dei crediti senza che questa generi conseguenze sui bilanci. Banca d’Italia, a febbraio, aveva inviato una comunicazione riservata a tutte le banche, in cui invitava a «cogliere le opportunità offerte dal nuovo standard contabile» anche alla luce della «necessità dell’innalzamento dei coverage» e della «riduzione dell’attivo deteriorato». L’invito è stato colto dalle banche domestiche, come dimostra l’aumento delle coperture sui crediti deteriorati segnalato da Moody’s: Intesa Sanpaolo ha alzato le percentuali dal 51 al 57, Unicredit dal 56 al 59, BancoBpm dal 49 al 54, Mps dal 51 al 57, Ubi dal 36 al 43, Bper dal 49 al 58.

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