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Gennaio 2023

Parlamento UE: norme di attuazione Basilea III.

Gli eurodeputati hanno votato le modifiche definitive che mirano a rendere le banche dell’UE più resistenti a future scosse economiche e ad applicare Basilea III, considerando le specificità dell’economia dell’UE.
Ricorrendo alle modifiche al CRR ed alla CRD, il Parlamento UE ha constatato la necessità di applicare fedelmente la riforma di Basilea III, scongiurando allo stesso tempo un sostanziale incremento dei requisiti patrimoniali totali per il sistema bancario europeo.
L’obiettivo è quello di dar vita a un mercato interno armonizzato per il sistema bancario, riducendo i costi di compliance e di rendicontazione, specialmente per le banche meno complesse.
Il Parlamento UE ha concordato un consolidamento a livello europeo dell’“output floor”, con lo scopo di avere ponderazioni del rischio comparabili ed aggirare fluttuazioni nei livelli di capitale.
Sono state anche definite disposizioni temporanee per le esposizioni a basso rischio garantite da ipoteche su proprietà immobiliari.
Riguardo ai rischi ambientali, sociali e di governance (ESG), tenendo conto dell’obiettivo dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e dei relativi obiettivi di sostenibilità concordati dall’UE, il Parlamento si è focalizzato sui rischi ambientali. Si è concordato un potenziamento dei requisiti di rendicontazione e disclosure dei rischi ESG. L’EBA ha l’incarico di verificare se sia giustificato un trattamento prudenziale proprio per le esposizioni.
Il Parlamento UE ha altresì imposto che le banche diffondano la loro esposizione in crypto-asset, oltre ad una descrizione precisa dei loro metodi di gestione del rischio relativi ai suddetti asset.
Il Parlamento UE ha trattato il tema dell’idoneità dei componenti degli organi di gestione nel contesto della direttiva sui requisiti patrimoniali, i quali dovrebbero essere opportunamente diversificati per aree di competenza e genere in modo da poter presentare pareri indipendenti e rispondere congruamente alle problematiche.
In conclusione, allo scopo di tutelare la parità di condizioni nell’UE, il Parlamento ha dato il proprio parere sul sistema delle filiali di Paesi terzi. Le nuove filiali di tali paesi non potranno dare inizio alle loro attività in uno Stato membro fino a quando l’EBA e il paese interessato non avranno concordato un memorandum d’intesa (MoU), che da chiare indicazioni su un determinato assetto di cooperazione, incluso lo scambio di informazioni nella vigilanza in corso, nella gestione e risoluzione delle crisi.

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