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Febbraio 2012

In arrivo il secondo Principio Contabile per gli enti no profit.

La bozza definisce le linee guida da seguire nel processo di iscrizione e valutazione delle liberalità, al fine di uniformare i trattamenti contabili e migliorare la comparabilità dei dati degli enti che operano nel terzo settore.
Il Principio esamina le problematiche inerenti alla contabilizzazione delle liberalità, nella prospettiva che l’ente no profit utilizzi un sistema contabile articolato sulla competenza economica, così come previsto dal Principio Contabile n.1, individuando disposizioni tecniche anche per gli enti che adottano un sistema di rilevazione per flussi di cassa.
Per “liberalità” si intendono gli atti che si contraddistinguono per i seguenti presupposti:
 - l’arricchimento del beneficiario con corrispondente riduzione di ricchezza da parte di chi compie l’atto;
 - lo spirito di liberalità (inteso come atto di generosità effettuato in mancanza di alcuna forma di costrizione).

Nel caso specifico delle liberalità a favore degli enti no profit la causa del trasferimento è da individuare nella volontà dell’erogante di sostenere le finalità istituzionali e di utilità sociale dell’ente stesso. Fra le liberalità si annoverano, ad esempio, le liberalità monetarie e non monetarie, i legati, i contributi erogati da terzi.

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